storia

LA STORIA

tab-img1“Muoversi lentamente sotto gli alberi, respirare, almeno così a volte sembra, in sintonia con una brezza leggera, confondersi con la natura stessa in un ritmo naturale: La testa, le spalle, le braccia, il busto, le gambe, i piedi si muovono in unisono, senza interruzione, con dolcezza, in modo riposante, come nuotare in un elemento nuovo, penetrante, un tempo diverso, uno spazio diverso.”

Parole povere e tuttavia tentativo di trasmettere l’esperienza del movimento del Taijiquan, l’arte cinese dell’esercizio dolce e gentile. Gli antichi filosofi cinesi, dopo intensi ed accurati studi del mondo attorno a loro, svilupparono il concetto di Taijiquan o “Grande Termine”. La comprensione della filosofia del Taiji, la quale ha influenzato la cultura tradizionale cinese, costituisce le fondamenta necessarie per lo studio del Taijiquan.

I principi del Taijiquan descrivono degli approcci pratici alla soluzione dei problemi del regno della natura e in quello umano. Durante la dinastia Shang(1200 a.C.) questi concetti furono adoperati per creare il calendario cinese e per la predizione di eclissi lunari e solari. L’agopuntura inventata durante la dinastia Zhou(696 a.C.) applicava la filosofia taiji per curare le malattie e mantenere la salute. Taijiquan puo’ essere tradotto come l’ultima e la piu’ elevata fra le arti marziali. Esso si basa sui tre fondamentali principi della filosofia Taoista: la trasformazione dei trigrammi dell’I Ching, il diagramma Tai Chi e i Cinque Elementi. Gli obbiettivi del Taijiquan includono l’armonia della mente, il miglioramento dello stato di salute e l’ottenimento del ringiovanimento e della longevita’ . Attraverso una pratica costante di quest’arte, si puo’ iniziare a comprendere piu’ interiormente alcuni dei profondi concetti della filosofia cinese, concetti altrimenti incomprensibili a parole.

tab-img1E’ difficile separare la vera storia del Taiji dalla leggenda, dal sentito dire e dalla fantasia. Chi cerca dati precisi sull’origine del Taijiquan, si trova ad un certo punto davanti a un’inestricabile cortina di mistero. C’e’ chi sostiene che questa pratica risale ad almeno 5000 anni fa, ma in genere chi vuole riferirsi ad antenati illustri propone il nome di Zhang San-Feng. Al di la del fatto che questo personaggio sia esistito o meno, la sua figura e’ sempre stata usata per pareggiare i conti con il prestigio di Bodhidharma, il supposto fondatore della tradizione Shaolin, con il quale divide l’aspetto leggendario e la mancanza di prove certe riguardo la sua attivita’ . Non bisogna dimenticare, infatti, che la storia delle arti marziali in Cina, e’ anche parte della storia della rivalita’  fra la tradizione di Shaolin e quella del monte Wudang. Indipendentemente dalla verita’ storica, vale comunque la pena di riportare sommariamente alcune notizie riguardo a questo personaggio e, a come avrebbe creato il taijiquan, se non altro per offrire un affresco dello spirito che anima quest’arte. Tutti i resoconti della storia del Taiji, ricordano il leggendario Zhang San-Feng. Egli era un taoista o uomo delle montagne, eccentrico, scherzoso, alto piu’ di due metri, formidabile combattente, sempre disordinato nell’apparenza . Sembra che Zhang San-Feng, nascesse a mezzanotte del 9 aprile 1247. Molte fonti lo citano come vivente nell’epoca Sung (960-1279), ma in epoca Ming (1368-1644), nei primi anni del 1400, l’Imperatore manda un funzionario per cercarlo nel distretto del monte Wudang, il che testimonia, se non dell’immortalita’ , almeno di una longevita’  fuori dell’ordinario. Secondo gli antichi cinesi, l’aspetto fisico rifletteva il livello caratteriale e intellettivo di una persona.

Secondo la leggenda, Zhang San-Feng nacque con l’aspetto di un saggio, avendo la schiena arcuata della tartaruga e la figura di una gru. I suoi grandi occhi rotondi erano considerati simbolo di intelligenza e longevita’ . Gli aneddoti sul suo conto si sprecano. A testimonianza della sua abilita’  si narra che fosse in grado di impedire a un passero che si era posato sul dorso della sua mano di spiccare il volo e, che attaccato con delle frecce, fosse in grado di intercettarle al volo con la mano e deviarle. Inizio’ in giovane eta’  a studiare i classici cinesi e, fu in grado di diventare un ufficiale governativo. Zhang San-Fong passo’, dopo essersi dimesso dal suo incarico, parecchi anni a vagare fra le montagne, visitando i templi nella speranza di trovare un saggio. Durante i suoi vagabondaggi, si stabili’ nella Cina occidentale, nelle bellissime e verdi montagne Pao-Gi, che avevano tre picchi, o San-Feng in cinese. E’ detto che durante quel tempo egli conobbe a fondo il ben noto Shao-Lin Chuan o boxe Shao-Lin, che prende il nome dal famoso tempio buddhista di Shao-Lin, situato nella provincia He-Nan a nord della Cina, dove si praticava questo famoso tipo di boxe. Ritornando alla vita di Zhang San-Feng, all’eta’  di sessantaquattro anni egli incontro’ finalmente un taoista, Ho-Long, il cui nome significa “drago di fuoco”. Questo eremita trasmise a Zhang il metodo dell’immortalita’ , egli poi si reco’ sui monti Wudang e infine, dopo essere rimasto li per nove anni, divenne consapevole della verita’  del Tao.

Vi sono diversi racconti su come Zhang San-Feng creò il Taijiquan, ma una storia poetica e piacevole da citare e’ questa: Quando viveva sui monti Wudang, Zhang assistette al combattimento di un serpente che con i movimenti circolari e flessuosi del corpo, schivava gli attacchi di una gru spostando il collo di lato e attaccando egli stesso il collo della gru, che a sua volta si proteggeva con un’ala. Poi il serpente si lanciava contro una zampa della gru, che evitava l’attacco sollevandola. Questo accadde varie volte finche’ Zhang non usci’ dalla porta. Immediatamente la gru volo’ via e il serpente scomparve. Da questa visione l’illuminato taoista colse l’applicazione del principio “Yin/Yang”, secondo il quale “la forza muta nella cedevolezza e la cedevolezza muta nella forza” ed invento’ la boxe lunga Wudang, che in seguito divento’ Taijiquan.

E’ detto che Zhang San-Feng avesse cinque passatempi: 1) danzare con la spada al chiaro di luna 2) praticare il Taiji nelle notti buie 3) scalare le montagne nelle notti ventose 4) leggere i classici nelle notti di pioggia 5) meditare a mezzanotte Egli riteneva che danzare con la spada al chiaro di luna richiamasse energia, praticare il Taiji nelle notti buie apportasse vigore, scalare le montagne nelle notti ventose allungasse il respiro, leggere i classici nelle notti piovose pulisse la mente e meditare a mezzanotte illuminasse la propria natura.

tab-img1Tuttavia la storia del Taiji, ci parla della famiglia Chen. Il taijiquan venne registrato in documenti ufficiali sin dal tempo di Chen Wang-Ting. Chen naque nel villaggio di Chenjiagou nella provincia di He-Nan nel nord-est della Cina nel sedicesimo secolo, egli inizio’ ad insegnare il taijiquan in sette “lu” o forme. Mentre gli stili precedenti enfatizzavano i movimenti veloci e potenti, quello nuovo seguiva il principio di sottomettere il vigore alla delicatezza, di adattarsi allo stile altrui; a un movimento ne seguiva un altro in una concatenazione ritmica ed armonica ininterrotta, come il flusso di un corso d’acqua. Le basi dello stile consistevano di: – 8 movimenti delle braccia (Peng-parare, Lu-tirare, Ji-premere, An-spingere, Zai-torcere verso il basso, Lieh-dividere, Zhou-colpire con il gomito, Gao-dare un colpo di spalla) – 5 posizioni del corpo (Avanzare, ritirarsi, spostarsi a sinistra, spostarsi a destra, tenere il centro) Per questo inizialmente fu chiamato “13 forme”. Inoltre, poiche’ le forme erano lunghe come il fluire del fiume Changjiang (Yangtze), fu detto anche Changquan, ovvero boxe lunga. La prima modifica dello stile e’ dovuta a Chen Chang-Hsin (1771-1853), che ne semplifico’ le forme. Il Taijiquan era considerato un tesoro della famiglia Chen ed era tenuto segreto e raramente anche solo mostrato a persone esterne alla famiglia. Chen Chang-Hsin, lo insegno’ solo a due persone con un altro cognome, uno di questi era Yang Lu-Chan. Yang Lu-Chan (1799-1872) nacque nella provincia di He-Bei, distretto di Yongnian nella Cina del Nord.

Apprese i movimenti di uno stile duro Shao-Lin e poi si reco’ presso la famiglia Chen, dove fu assunto come contadino, aspettando l’occasione per poter imparare il Taijiquan. Alla fine Cheng Chang Hsin scopri’ le sue intenzioni e, profondamente colpito dalla sua sincerita’ , lo accolse come allievo. La storia racconta che Yang, lavoro’ parecchi anni senza imparare nulla del taiji. Poi una notte svegliandosi, si accorse che Chen stava insegnando ai suoi allievi e, si mise a spiare attraverso il recinto. Da allora egli guardo’ e pratico’ tutti i giorni prima di tornare nella sua camera da letto. Fu cosi’ che Chen si meraviglio’ del talento di Yang e gli insegno’ tutti gli accorgimenti, le tecniche e i segreti del Taijiquan. Yang Lu-Chan ebbe tre figli, il terzo Yang-Chian, ebbe a sua volta tre figli, il terzo dei quali si chiamava Yang Chao-Chin (1883-1936), ma veniva chiamato Chen-Fu. Possedeva una natura gentile ma da bambino non amava il Taijiquan. In ogni caso, tramite le istruzioni e i consigli del nonno, capi’ che il taiji non solo migliorava la sua salute, ma poteva coltivare la condizione fisica dell’intera nazione e risvegliarne lo spirito. Inizio’ a praticare il taiji a vent’anni e, pratico’ e studio’ giorno e notte al fine di ottenere l’abilita’  del Taijiquan e avere un’apparenza esterna morbida come il cotone, insieme a una fermezza interiore di ferro. Suo grande compagno e allievo fu il mitico maestro Fu Zhongwen (1907/1994) che con lui girovago’ per tutta la Cina insegnando e facendo conoscere il taijiquan stile Yang, che e’ confortevole, generoso, leggero e stabile e, e’ stato riconosciuto come il piu’ popolare, proprio perche’ si ‘ evoluto sempre piu’ verso movimenti rilassati e morbidi, eliminando i movimenti piu’ difficili.

Cio’ ha permesso un allargamento dei praticanti di tutte le fasce di eta’ . Allieva prediletta del Maestro Fu Zhong-Wen e’ il Maestro Li Rong-Mei che e’ stata nominata da Fu Zhong-Wen Gran Maestro dello stile Yang, il Maestro Li Rong-Mei vive tutt’ora in Italia. Yang Banhou (1837-1892), il secondo figlio di Yang Luchan, insegno’ a Quan You, il cui figlio, Wu Jianquan (1870-1942) rese popolare un altro stile noto come Zhong jia (media struttura). Questa scuola Wu, seconda in popolarita’  solo alla Yang, le e’ simile con movimenti agili, morbidi e compatti. Un’alttra scuola fu resa popolare da Sun Lutang (1861-1932) che aveva appreso il taiji da Hao Weizheng. Sun Lutang era allora un grande maestro di Baguazhang(boxe degli otto trigrammi) e Xingyiquan. Egli creo’ un nuovo stile con movimenti corti, veloci e leggeri e un vivace movimento dei piedi, combinando l’impianto classico del taijiquan con i principi di xingyi e bagua. La scuola Sun fu percio’ detta Houbu jia (struttura a passo veloce). Queste sono oggi le scuole principali di taijiquan. Come possiamo vedere, la pratica si e’ differenziata nel corso dei secoli secondo vari aspetti ma, benche’ ogni scuola mantenga le specificita’ , queste poggiano comunque su di una unitarieta’  di principi e di spirito che pervade, oltre al taijiquan, buona parte degli altri stili cinesi.

tab-img1Dall’Uno naque il due o Taiji, Wang Tsung-Yueh che visse nella dinastia Ching, cosi’ commenta: ” Il Taiji e’ nato dal Wu-Chi o ultima vacuita’ .Esso e’ l’origine delle condizioni statiche e dinamiche ed e’ la madre dello Yin e dello Yang. Fermi si combinano, muovendosi si separano.” In termini generali, i concetti di Wu-Chi e di Taiji non solo descrivono aspetti della creazione dell’uomo, ma anche livelli di relazione tra le persone, tra gli oggetti e tra le persone e gli oggetti. Per esempio, una stanza si trova in una condizione di Wu-Chi prima che qualcuno vi entri; se qualcuno entra introduce dei movimenti e, comincia il Taiji. Il Taiji e’ percio’ la sorgente dello Yin-Yang. Il Wu-Chi quindi esiste prima che qualsiasi cosa accada, poiche’ anche solo l’intenzione di agire nasce dal Wu-Chi. Quando qualcosa sorge dal Wu-Chi la condizione originaria di vuoto non esiste piu’. A questo punto la condizione Taiji si manifesta. Yin-Yang sono gli opposti complementari che si uniscono per formare il tutto. Sebbene siano per natura differenti esiste una relazione armoniosa fra di essi. Ad esempio se c’e’ giorno deve esserci notte e, se c’e’ la notte deve esserci il giorno. Il giorno, la luce, il calore, il cielo sono Yang, la notte, il buio, il freddo, la terra sono Yin. Sebbene tra loro la relazione sia quella tipica degli opposti, essi coesistono inseparabilmente come le due facce di una medaglia. Un altro esempio di Yin/Yang e’ tra gli esseri umani, l’uomo e’ Yang la donna e’Yin.

L’idea di Yin/Yang puo’ essere illustrata attraverso le caratteristiche del movimento di un oggetto. L’inizio del movimento e’ la nascita dello Yang mentre la sua fine e’ la nascita dello Yin. Le due aree uguali, nera e bianca, all’interno del diagramma Taiji rappresentano rispettivamente lo Yin e lo Yang. Si muovono e si trasformano continuamente, si limitano e si integrano reciprocamente, eppure mantengono di continuo il loro equilibrio e la loro armonia.

tab-img1Movimenti armoniosi, calma e concentrazione: ecco che cosa colpisce di piu’ in una persona che pratica il Qi Gong. Chi entra in contatto con questa disciplina morbida del movimento puo’ sentire come nel suo corpo nasca un nuovo calore, come esso venga pervaso da un senso di vitalita’  e, allo stesso tempo di calma, di rilassatezza, di voglia di fare e di gioia.

Il termine Qi Gong comprende una grande varieta’  di esercizi, che coinvolgono la concentrazione mentale, la respirazione profonda, la ginnastica fisica e il massaggio. Documenti scritti testimoniano che gli esercizi di Qi Gong venivano eseguiti gia’  piu’ di duemila anni fa. Nelle leggende, le origini di questa disciplina sono fatte risalire a tempi ancora piu’ remoti, forse a 4/5000 anni. Cosi’ pare che quattromila anni or sono, in un’epoca in cui gli esseri umani erano molto indeboliti dalle condizioni climatiche, essi avessero sviluppato una sacra danza particolare:”All’inizio del regno di Tao Tang la forza oscura si concentra’ in altissimo grado e si accumulo’ in profondita’ . Cosi’ il corso della luce fu ostacolato ed essa non pote’ piu’ esercitare il suo effetto secondo l’ordine. Il popolo divenne triste e apatico. Le ossa e i tendini erano fiacchi e non obbedivano piu’. Allora egli invento’ una danza per insegnare ancora alla gente come muoversi” (da Qigong Yangshen). In molti esercizi di qi gong, soprattutto nel “gioco dei cinque animali”, si riprendono le caratteristiche di alcuni animali, per esemppio orso, uccello, tigre, cervo e scimmia, per stimolare particolari aspetti dell’individuo o sollecitare particolari capacita’. Il saggio Taoista Zhuangzi gia’  nel terzo secolo a.C., descriveva questi esercizi e sottolineava l’importanza della respirazione: “Soffiate, con la bocca bene aperta, espirate e inspirate, buttate fuori l’aria vecchia e fate entrare quella nuova, stiratevi come orso e distendetevi come un uccello, questo e’ il segreto per prolungare la vita.” Per quanto diverse possano essere le singole tecniche, hanno tutte in comune gli scopi fondamentali di attivare e aumentare l’energia vitale o “Qi” nel corpo, nonche’ di farla circolare lungo percorsi predeterminati che sono i meridiani della MTC. Alla fine del XIX secolo i missionari introdussero nel “Paese di Mezzo” la medicina occidentale. La MTC continuo’ ad esistere, tuttavia non fu piu’ molto considerata. Solo nel 1954 Mao Tze Dong volle che gli antichi scritti medici venissero ripublicati, che i metodi della MTC fossero studiati e applicati di nuovo. Grazie a questi sviluppi, anche la forma terapeutica del Qi Gong acquisto’ nuovo credito. La rivoluzione culturale interruppe questo processo di recupero della MTC per alcuni anni. In questo periodo il Qi Gong venne tollerato solamente come forma di allenamento sportivo e gli aspetti spirituali vennero esclusi dagli esercizi. Alla fine della rivoluzione culturale, negli anni ottanta, si ebbe un vero boom del Qi Gong. Sta infatti diventando di uso corrente negli ospedali cinesi il Qi Gong per il trattamento di molte malattie gravi, come ad esempio i tumori, e spesso con risultati immaginabili nella nostra cultura occidentale scientifica e materialista. Cosi’ e’ diventato normale vedere a Pechino, nel Parco del bambù o nei giardini vicino al Tempio Celeste, oppure a Shangai lungo il Bund (il viale che costeggia il fiume Huang Pu) persone di ogni eta’ , che si abbandonano alla gestualità del Qi Gong. C’e’ anche una forma “dura” di Qi Gong che, attraverso l’allenamento, consente di compiere prestazioni spettacolari, per esempio: sbriciolare pietre con la testa, spostare oggetti senza toccarli, e cosi’ via. Per capire come funziona il Qi Gong, dobbiamo tenere presente che ogni individuo e’ dotato fin dal concepimento di un'”energia ancestrale” (jing). Questo tipo di energia, che riceviamo in eredita’  dai nostri genitori, non e’ rinnovabile ed e’ necessaria per ogni nostra azione. La sua scomparsa coincide con la morte fisica. E’ quindi fondamentale non sprecarla. Per questo bisogna porre attenzione ai modi con i quali possiamo integrare energia supplettiva, oppure non disperdere quella esistenziale. Per i cinesi queste tre vie sono sintetizzabili come cibo, respiro e sessualita’ . Il Qi Gong, altrimenti detto anche “arte di nutrire la vita”, si basa sulla teoria dei San Bao (Tre gemme), le tre forze universali operanti nell’uomo e necessarie alla sua esistenza. Esse sono: il Jing (essenza vitale), il Qi (energia o soffio vitale) e lo Shen (genio, mente, spirito): Ognuna di queste forze ha la sua funzione, ma non sono scindibili l’una dall’altra.

Il Jing puo’ essere considerato la forza naturale della vita, l’alimentazione o il combustibile; nella tradizione Taoista viene associato all’energia sessuale: E’ la fonte della vita. Il Qi e’ la forza che permea l’universo e, negli organismi viventi, e’ il prodotto del respiro combinato e alimentato dal Jing. Circola nei meridiani del corpo per nutrirne gli organi e i visceri. Lo Shen ha a che fare con le funzioni di guida e coordinamento e con i livelli di attivita’  coscienti. Si manifesta come volonta’  o intenzione. Per la pratica del Qi Gong e’ bene sciegliere un posto all’aria aperta, con alberi, acqua e luce e il minor tasso di inquinamento possibile (sia atmosferico che acustico) in modo da favorire la respirazione e la serenita’ . Il momento ideale e’ l’alba, oppure il tramonto e, gli esercizi andrebbero eseguiti tutti i giorni.

LE REGOLE PER UNA BUONA PRATICA

Gli elementi comuni alle scuole di taiji possono essere sintetizzati come segue:

Il corpo

…è rilassato e il busto deve rimanere diritto.

Il passo

…deve essere tranquillo ed elastico come l’andatura del gatto.

I movimenti

…sono agili e leggeri, ma contemporaneamente equlibrati e solidi

L' azione

…è uniforme e fluida, senza rigidità muscolare.

Il respiro

…è profondo e uniforme coordinato con i movimenti di apertura e chiusura (espansione e contrazione)

La mente

…è tranquilla ma non assopita, la coscienza deve essere vigile per coordinare e guidare i movimenti.

Concentrazione

Non basta l’esercizio fisico, per eseguire i movimenti perfettamente è necessario un buon livello di concentrazione.

Coordinazione

Ogni parte del corpo deve essere coordinata con le altre, per tutta la durata della forma o Lu.

I movimenti

…non devono essere meccanici o automatici.

Possiamo riassumere quindi le regole per una buona pratica:

Scioltezza

dei movimenti

Perseveranza

degli obiettivi

Coordinazione

dei movimenti

Radicamento

dei movimenti

Respirazione

profonda e uniforme

Concentrazione

sul presente

Gradualità

dei movimenti

Tempo e Luogo

degli esercizi

Lo studente che studia e applica questi principi migliorerà la sua arte, diventerà più saggio e quindi avrà una vita più ricca ed intensa.

GLI STILI PRATICATI

“Huangdi disse: so dalla tradizione che nell’Alta  antichità vivevano gli uomini Autentici: si erano impadroniti del Cielo e della Terra, tenevano nelle loro mani lo Yin e lo Yang, espiravano ed inspiravano le essenze ed i soffi, saldi in loro stessi grazie alla custodia degli Spiriti, nelle loro carni, realizzavano l’unità. Così raggiunsero La stessa longevità del Cielo/terra. Senza conoscere altro termine. Essi, vivevano della Via.”– ASD Wudang